Vivere la montagna con rispetto.

LA MONTAGNA NON È SOLO NEVI E DIRUPI, CRESTE, TORRENTI, LAGHI, PASCOLI. LA MONTAGNA È UN MODO DI VIVERE LA VITA. UN PASSO DAVANTI ALL’ALTRO, SILENZIO TEMPO E MISURA. PAOLO COGNETTI.

Foto di Luca Giavoni

Vivere la montagna con rispetto.
In un periodo storico come il nostro, dove tutto corre e scorre velocemente, abbiamo la necessità di prenderci dei momenti di pace, lontani dai rumori, dalla tecnologia e dalla confusione della vita di tutti i giorni.
Camminare su sentieri di montagna, in mezzo ai boschi o sui prati, calma la mente, consente di contemplare il mondo da un’altra prospettiva e di entrare in sintonia con la natura.
Un modo per scappare dal mondo della velocità e della modernità per intraprendere un cammino intimo e lento.
Ma vivere la montagna significa anche rispettarla, seguendo le regole del buon senso e della civiltà.

Semplici Regole

Non accendere fuochi, non lasciare rifiuti, non fare rumori inutili: ricordiamo di lasciare in pace chi nel bosco e nella montagna abita.
Non raccogliere fiori. Per un fiore non vi è luogo migliore del posto in cui è nato. Lasciamo a chi ci segue la gioia di vedere ciò che noi abbiamo ammirato.
Non disturbiamo o spaventiamo gli animali. In montagna quasi dovunque esistono speciali leggi di protezione della natura a difesa del mondo animale. Se vediamo un cucciolo di capriolo nel bosco, non è abbandonato.
Nelle prime settimane di vita, il piccolo passa poco tempo con la madre, la quale si avvicina per allattarlo e si allontana al primo segnale di pericolo, tornando da lui solo quando si sentirà sicura; il cerbiatto è protetto esclusivamente dalla totale mancanza di odore, dal mimetismo conferitogli dai colori del mantello e dalla assoluta immobilità.
Toccare o portar via il piccolo capriolo, significa quindi, renderlo irriconoscibile alla madre e condannarlo indirettamente a una morte certa.

Le montagne non appartengono a nessuno, tutti noi siamo solo loro ospiti per breve tempo.

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